L’Archivio della Fondazione

La documentazione raccolta all’interno dell’Archivio Giorgio Amendola è il prodotto del lavoro compiuto dalla metà degli anni ‘70 fino ai giorni nostri da volontari appassionati nella conservazione e restituzione di documenti, saggi, riviste e materiali divulgativi relativi alla storia del movimento operaio italiano e torinese in particolare. Custodito all’interno di diverse strutture sindacali, redazioni e case private, dalla metà degli anni ‘90 è stato raggruppato dalla Fondazione Amendola per poi essere trasferito nel 2006 nella sua sede definitiva sita in Torino, in via Tollegno 52. 

In questi quarant’anni di promozione di attività accademica e culturale ha accumulato un imponente patrimonio archivistico anche grazie a numerose donazioni.

Nel 2023 la Fondazione ha caricato sulla piattaforma Mémora il Fondo Luciano Del Sette, donato dalla famiglia del giornalista e scrittore de Il Manifesto e di Rai Radio 3. 

E’ stato schedato sempre su Mémora, grazie al contributo della Direzione Generale Archivi del MIC, il l fondo relativo all’attività della Federazione Italiana Sindacato Trasporti del Piemonte (FIST) e, precedentemente, del Sindacato Ferrovieri Italiani (SFI): corrispondenza con enti pubblici e istituzioni politiche, accordi sindacali, convegni e materiale inerente la rete dei trasporti tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento. Deriva dall’attività di promozione accademica e culturale della Fondazione quantificabile in oltre 200 tra faldoni e cartelle. Il fondo archivistico ha una consistenza di circa 3 metri lineari, è collocato in faldoni e camicie ed è costituito principalmente da documentazione cartacea. Sulla stessa piattaforma verranno nei prossimi mesi e anni riversati il fondo della Clinica della Memoria di Collegno, il Fondo Ferruccio Ceccarelli e il Fondo Antonio Tateo, interventi già comunicati e accettati dalla Sovrintendenza Archivistica di Torino.
Attorno a questa attività di archiviazione si sta realizzando un’attività di valorizzazione dei fondi attraverso attività quali la creazione di podcast, convegni e seminari, borse di studio per studenti universitari.

La consultazione degli archivi è possibile: 

– online sulla piattaforma della Regione Piemonte Mémora 

– in sede presso la Sala lettura della Fondazione (Via Tollegno 52, Torino).

Per informazioni, ricerche e consulenze specifiche sull’Archivio della Fondazione Giorgio Amendola si consiglia di scrivere ad info@fondazioneamendola.it

La consultazione è soggetta alla normativa vigente in ambito di Beni Culturali e trattamento dei dati personali. Sono altresì rispettati eventuali vincoli specifici dettati dai depositari e dalle condizioni di conservazione dei documenti.

A fini di studio, è consentita, previa autorizzazione del personale di sala, la riproduzione fotografica di documenti fatta con strumentazione propria. Non è consentita la fotocopiatura.

Le citazioni archivistiche (ente conservatore, fondo archivistico, serie, unità/documento) andranno compilate nelle modalità comunicate dall’archivista della Fondazione.

In caso di pubblicazione si prega di inviarne copia alla Fondazione per renderla disponibile in biblioteca.

Orari

dal lunedì al venerdì:
9.30 – 12.30; 15.30 – 19.30

sabato:
9.30 – 12.00

Consulta il catalogo

L’Archivio di Ferruccio Ceccarelli

Nel corso del 2014 è stato catalogato organicamente e reso disponibile online l’Archivio di Ferruccio Ceccarelli. Copre l’arco temporale che va dal 1963 fino al 1984, con un solo ripescaggio risalente al 1957. Quella che viene documentata è in prevalenza l’attività politica di F. Ceccarelli, iniziata all’interno del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (1967-1972). L’impegno politico del giovane Ceccarelli non si esaurì nell’attività all’interno di questo partito, ma si esplicò anche e soprattutto nel nascente Movimento Studentesco di Torino (5.I, 10.II, 15.II, 23.III, 41.VI, 45.VII, 48.VII), che lo vide tra i maggiori animatori delle agitazioni all’interno delle scuole superiori, nonché in vari gruppi marxisti-leninisti, in particolare nel Partito Comunista d’Italia (marxista-leninista) e, successivamente, in Avanguardia Proletaria Maoista (7.I, 8.I, 13.II, 18.II, 19.II, 20.III, 21.III, 25.III, 26.III, 27.IV, 28.IV, 32.IV, 33.V, 38.V).Con lo scioglimento del Psiup (1972, 47.VII) Ceccarelli scelse di confluire nel Partito Socialista Italiano, divenendone responsabile provinciale del settore fabbriche (1975, 52.VIII, 53.VIII) e poi Assessore ai Servizi Socio-Assistenziali presso il Comune di Piossasco (1977, 58.IX).In questi anni F. Ceccarelli iniziò a intraprendere il percorso che lo porterà a diventare, da politico puro qual era stato fino alla fine degli anni ’70, un “tecnico” all’interno delle amministrazioni locali e, nel prosieguo della sua carriera, consulente aziendale e manager pubblico: eccolo allora nell’Esecutivo dell’ULS 34 e, tra il 1981 e il 1983, collaboratore di Gabriele Salerno, Assessore della Regione Piemonte per l’Ambiente e l’Energia (61.IX).L’Archivio si chiude nel 1984 con l’esaurirsi dell’impegno politico diretto di Ceccarelli.
Il fondo è consultabile negli orari della Biblioteca previo appuntamento, ecco l’indice dei singoli faldoni: 

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